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News 4 Ottobre 2022

Qualche parola con Marco Zenari, lo studente che ha superato i test di medicina a punteggio pieno

Abbiamo incontrato Marco Zenari e gli abbiamo chiesto di raccontarci come si è preparato per i test di accesso al corso di laurea in medicina. Il suo nome è balzato agli onori della cronaca per esser stato l’unico ad avere risposto esattamente a tutte le domande del test.

Marco è gentile e disponibile, lo raggiungiamo al termine del suo primo giorno di università e ha ancora negli occhi l’entusiasmo di chi è consapevole di aver vissuto un’esperienza importante, quella del calcio d’avvio degli studi; negli occhi però, anche tutta la meraviglia di chi si affaccia su un futuro da scoprire, una storia da scrivere assieme ai libri e all’impegno. L’impressione è quella di trovarsi di fronte a un giovane molto intelligente, brillante e con la testa sulle spalle. Se il destino è (anche) nel nome, Marzo Zenari è uno che si farà valere, un guerriero pronto alle sfide ma anche uno che si dedicherà anima e cuore alla medicina (il nome “Marco”, infatti, rimanda a entrambi i concetti).

Qualche parola con Marco Zenari, lo studente che ha superato i test di medicina a punteggio pienoMarco, la prima domanda è d’obbligo: ma tu, sei un secchione?
(Ride) beh, diciamo che ho sempre studiato abbastanza… quindi sì.

Eri emozionato quando ti sei trovato di fronte alle domande della prova di ingresso?
Molto! Un conto è quando ci si prepara a casa, altro è sapere che lì, in quel momento esatto, devi andare bene. Poi sai, le domande non erano banali, c’era da concentrarsi e mantenere a lungo la lucidità.

Raccontaci come ti sei preparato
Venendo dal liceo scientifico avevo una preparazione solida su chimica, biologia, matematica e fisica. II fatto di aver studiato molto durate tutti gli anni di scuola, alla fine è stato utile anche per il resto delle domande. A questo ho aggiunto le simulazioni e lo studio delle prove degli anni scorsi, cosa che mi ha permesso di prendere dimestichezza con i quesiti di logica e di imparare a gestire il tempo. Anche approfondire alcuni argomenti specifici mi è stato d’aiuto. La mia preparazione, comunque, è stata soprattutto sui libri di testo.

Hai raccontato di aver superato anche un paio di TOLC, come ti sei preparato per affrontarli?
Guarda, in questo caso le simulazioni sono state fondamentali, per i TOLC il fatto di poter ripetere la prova mi faceva sentire molto più tranquillo.

Dopo la maturità, com’era la tua giornata-tipo in vista del test?
La mattina la dedicavo alle simulazioni, lavorando poi sulle domande a cui non rispondevo bene. Come “aperitivo” prima di pranzo ripassavo e approfondivo. Al pomeriggio svago, dalla palestra alle camminate nel verde o alle uscite con gli amici.

Senti, a scuola avete fatto orientamento? Che esperienza è stata?
Sì, abbiamo fatto diverse giornate di presentazione, anche con attività che permettevano di comprendere le proprie attitudini. Io ho apprezzato molto i corsi di presentazione fatti direttamente dalle università, che per me erano interessanti già quando ero al quarto anno. Devo dire che anche la disponibilità di professori e professoresse della mia scuola è stata d’aiuto.

Cosa potresti consigliare a chi vuol prepararsi per iniziare l’università?
Keep calm & studia! Studiando e impegnandosi con costanza chiunque può superare un test di ingresso, le tante persone che ce la fanno lo testimoniano; anche se si proviene percorsi di studio in cui si sono approfonditi poco certi argomenti, l’impegno può far miracoli. Quanto alla calma, sai, è una cosa che dico soprattutto per me, che di solito sono abbastanza agitato. Personalmente la consapevolezza di essermi impegnato mi trasmetteva un senso di tranquillità; insomma, lo studio è utile sia perché ti prepara, sia perché aiuta a gestire l’emozione.

Come hai deciso di fare medicina?
Già alle medie avevo una passione per le materie scientifiche, poi durante il liceo prenderne consapevolezza è stato naturale, ho solo seguito le mie passioni. La scelta definitiva però l’ho fatta alla fine del liceo.

Fra i nuovi orizzonti della medicina i cosiddetti “teleconsulti” ma anche un ritorno al rapporto diretto fra medici e persone…
Credo che nel trovarsi fisicamente in una stessa stanza ci sia qualcosa di unico; penso che fra medico e assistito questo “qualcosa” sia davvero importante, è qualcosa di umano che non è solo dire cosa bisogna o non bisogna fare ma è di più. La possibilità di avere consulti rapidi, specie in situazioni in cui risulti difficile arrivare di persona, è però fondamentale. Spero che si vada in entrambe le direzioni.

Che libro hai sul comodino?
Dopo settimane in cui c’era la pila dei libri di preparazione al test, adesso il comodino è finalmente libero!

Se ti dico università, qual è la prima parola che ti viene in mente?
Comunità.

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